L’INTEGRAZIONE TRANSFRONTALIERA UNICA VIA DI PROGRESSO E PACE

COMUNICATO STAMPA

Per il PCI del Friuli Venezia Giulia il preannunciato omaggio del presidente italiano Mattarella e quello sloveno Pahor a due monumenti di Basovizza non è un gesto di amicizia, piuttosto un’improvvisazione politica ed una gratuita concessione al revisionismo storico delle destre di qua ed al di la del confine, teso a mettere in ombra il centenario dell’incendio fascista del Narodni dom di Trieste e della sua simbolica ma tardiva restituzione alla comunità slovena locale. 

I popoli vicini, italiano e sloveno, hanno bisogno di collaborare nel reciproco rispetto per costruire un futuro comune di pace ed amicizia. La manipolazione della storia a fini politici rischia di allontanare questo obbiettivo. In un processo vero di conciliazione pare necessario abbandonare toni truculenti, esagerazioni, parole di odio ed altri atti, anche recenti, utili solo ad alimentare rancori e desideri di vendetta. 

La base dell’amicizia tra i nostri popoli è stata la comune lotta per la libertà contro il nazifascismo, a partire dalla gloriosa battaglia di Gorizia, dalla solidarietà dell’Intendenza Montes e del sangue versato insieme dai partigiani sloveni e dai garibaldini friulani per cacciare l’invasore. Fu la Resistenza, col CLNAI e la mediazione del compagno Mario Lizzero – Andrea, a concludere i primi accordi con il movimento di liberazione sloveno. Sono stati il fondamento per la progressiva normalizzazione dei rapporti tra i nostri paesi ed il loro positivo sviluppo in cui le minoranze italiana in Istria e slovena nella nostra regione possono e devono svolgere un ruolo importante di coesione. 

Il processo di conciliazione tra i nostri popoli va perseguito con costanza a partire dalla pubblicazione dei risultati del lavoro della Commissione mista italo – slovena in merito alla storia comune e la distribuzione dell’opuscolo nelle scuole del nostro paese. 

A 90 anni dalla loro uccisione su ordine del Tribunale speciale fascista vanno riabilitati gli antifascisti sloveni e croati fucilati a Basovizza nel 1930. 

Altresì pare necessario, come richiesto tempo fa da Giorgio Almirante, procedere all’apertura della cosiddetta “foiba” di Basovizza per dare civile sepoltura ai resti che vi si trovano, verificando in particolare gli indizi sulla presenza nel pozzo dei resti di qualche centinaio di soldati italiani morti nel 1919 per la “febbre spagnola”. 

Noi riteniamo che deplorevoli episodi luttuosi non possono inficiare questo spirito di collaborazione anche nel nuovo millennio della nostra storia. 

Tre mesi di quarantena per il pericolo di contagio con il Covid19 e la chiusura dei confini hanno dimostrato il valore dell’integrazione transfrontaliera e l’interdipendenza delle nostre economie. Si lavori piuttosto per superare le attuali difficoltà per il bene delle nostre genti e la pace tra i popoli.

La Segreteria regionale del PCI FVG