COMUNICATI STAMPA

Sulla richiesta di togliere l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica al compagno Tito

In un momento in cui si sommano, giorno dopo giorno, le difficoltà economiche e delle relazioni sociali per gli abitanti del Friuli – Venezia Giulia, in conseguenza dello sviluppo dell’emergenza Covid-19, ma anche per mancate scelte produttive strategiche regionali, con fallimenti e chiusure di aziende grandi e piccole, senza che si veda il minimo impegno delle forze politiche al potere in regione e in tante città e paesi, ad affrontare i problemi veri, il presidente della giunta regionale, Massimiliano Fedriga, leghista indefesso, non trova di meglio che passare dall’agitazione  propagandistica sull’invasione dei “migranti clandestini”, ormai consumata dall’uso, all’appoggio alla richiesta delle associazioni reazionarie degli esodati dall’Istria e Dalmazia, di togliere l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce a Tito concessa nel 1969 dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. È un’iniziativa che illustra bene la distanza tra le smanie di personaggi squalificati dalle menzogne costruite e propagandate da decenni, sugli avvenimenti successivi alla sconfitta bellica del fascismo, ma esemplifica la distanza tra questi personaggi dai bisogni reali della popolazione friulano-giuliana.

Il morbo infuria, il lavoro manca, in TV appare chi sulla realtà arranca.

Il segretario della Federazione di Trieste del Partito Comunista Italiano

Paolo Iacchia

V naši deželi Furlaniji Julijski krajini se dan za dnem množijo gospodarski in družbeni problemi, ne samo zaradi epidemije Covid19, pač pa tudi zato, ker velika in mala podjetja bankrotirajo, deželna oblast in politika pa se za to ne zmeni bogvekaj, saj nima prave razvojne strategije. Namesto, da bi se lotil teh problemov, ki tarejo vsa naša mesta, predsednik deželne vlade, ligaš Massimiliano Fedriga zganja propagando glede „nezakonitih priseljencev“, ki da preplavljajo naše kraje in se spušča v podporo zahtevi reakcionarne organizacije istrskih beguncev, naj se odvzame odličje, ki ga je jugoslovanskemu predsedniku Titu podelil predsednik republike Giuseppe Saragat daljnega leta 1969. To lepo priča o stremljenjih osebnosti, ki so svojo kariero gradile na lažeh in propagandi o dogodkih, ki so sledili porazu fašizma, predvsem pa je dokaz tega, kako daleč so ti ljudje od resničnih potreb in stisk prebivalstva naših krajev.

Bolezen se širi, dela ni, na televizijo gre, kdor širi laži. 

Paolo Iacchia, 

pokrajinski tajnik PCI KPI v Trstu

Sul passaggio del porto alla società Hhla di Amburgo

E vissero felici e contenti. Si riassume in questa frase la reazione alle notizie sulla conclusione della vicenda del porto di Trieste, con la certezza che al nostro Pompeo (Mike) non si para dinanzi, a difesa dell’autonomia delle scelte, nessun Caio Giulio (Cesare). Si è passati dalle prospettive di sempre più ampie occasioni di aumento complessivo dei traffici e dei posti di lavoro, al ripiegamento sotto le protettive ali della chioccia amburghese Hhla, molto adatte a raccogliere il pigolio dei pulcini triestini: dalla magnificenza di zone franche industriali e piattaforme logistiche di interesse mondiale, con relativo ampio indotto, all’ospitalità verso i vettori di traffici secondari; la chioccia non si priverà certo di traffici propri, sostenuti da una rete di infrastrutture sperimentata e gestita in ottica assai diversa da quella che ha portato al ponte Morandi, o ai decenni di lavori sulla A4.

Il futuro dei giovani?  Sempre valido De Gasperi e il suo consiglio, risalente al 1949, di imparare una lingua e andare all’estero. 

Il segretario della Federazione di Trieste del Partito Comunista Italiano

Paolo Iacchia

Sulle dichiarazioni di Patuanelli sulla cessione del porto di Trieste alla società Hhla di Amburgo

Le dichiarazioni del ministro Patuanelli durante l’inaugurazione della piattaforma logistica del porto di Trieste, chiariscono senza possibilità di equivoci la lunga saga sulla libertà di iniziativa e di mercato rivendicata dai partiti al potere in Italia. Gli investimenti collegati all’accordo programmatico dell’anno scorso tra Italia e Cina “preoccupavano e preoccupano anche i nostri alleati americani”. Invece l’intesa con i tedeschi di Hhla ” è sicuramente un segnale di vicinanza al Patto atlantico, all’alleanza strategica con gli Stati Uniti”. Stavolta non “ce lo chiede l’Europa”, semplicemente ubbidiamo ai padroni americani. Come sempre. Il barricadiero Zeno D’Agostino ci tiene poi, a sottolineare la differenza tra Via della Seta “corridoio trasportistico deciso dal mercato” contrariamente al progetto cinese di Belt and Road. Smentita così una abusatissima “fake new” che portava tante persone a ritenere fossero la stessa cosa. L’aspetto peggiore per Trieste e i suoi lavoratori, soprattutto i giovani, sta nell’evidente rinuncia ai profitti dello sfruttamento dei punti franchi, nella perdita di autonomia decisionale nella scelta delle rotte e del tipo di commerci da valorizzare, nel livello decisionale che verrà insediato a Trieste, certo non di vertice, nella rete di infrastrutture che verranno commissionate, certamente con l’occhio rivolto ad Amburgo più che a Trieste. Il tutto avviene per sottomissione agli interventi dell’ambasciatore USA prima, del segretario di Stato americano poi, mentre il Pontefice Francesco rispondeva alle minacce con il rifiuto di ricevere il trumpiano Mike Pompeo.

Paolo Iacchia

Segretario del PCI di Trieste