CONTRO L’ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA IN AMERICA LATINA

Alla conferenza stampa convocata per iniziare a costruire una risposta all’attacco alle regole democratiche in corso in molti Paesi dell’America Latina, hanno svolto i loro interventi i compagni Gianluca Paciucci del PRC-SE e Paolo Iacchia, segretario della Federazione di Trieste del PCI.

Il compagno Paciucci ha esordito citando gli ormai numerosissimi focolai di violenza antidemocratica accesi in tutte le parti del mondo contro le mobilitazioni dei cittadini che richiedono il rispetto o l’introduzione di sistemi politici democratici. Poco viene fatto dai partiti italiani per appoggiare questi movimenti e impressiona il modo in cui le fonti di informazione cosiddette “mainstream” trascurano, quando addirittura non nascondono, questi avvenimenti, per cui tra la gente è diffusa una grande ignoranza, con numerose punte di diffidenza, quando i cittadini più attivi invitano alla mobilitazione.
In America Latina la diffusione di regimi antidemocratici ha anche, come caratteristica, il fattore razziale: chi viene eletto dal voto popolare è quasi sempre indio o meticcio, mentre chi organizza i colpi di stato per defenestrare i Presidenti eletti, appartiene quasi esclusivamente a raggruppamenti sociali bianchi, comunque sostenuti dal grande capitale speculativo internazionale e statunitense. La mobilitazione a sostegno delle richieste popolari trova a volte anche queste difficoltà.
Paciucci ha infine voluto ricordare il grande scrittore Juan Octavio Prenz, recentemente scomparso, che dall’Argentina dei colonnelli dovette fuggire per giungere prima a Belgrado e poi a Trieste. Tutte le sue opere sono state un grido radicale contro ogni dittatura e in particolare contro quella che si rese protagonista di feroci massacri nel suo Paese d’origine
Il compagno Iacchia ha voluto mettere in risalto che la conferenza stampa in corso è estremamente importante perché segna un fatto unitario tra i due partiti che si richiamano agli ideali comunisti, in una situazione che vede, in Italia come in America Latina, una estrema frammentazione e contrapposizione di formazioni che si richiamano al comunismo, rendendo ancora più complicata la costruzione di fronti popolari democratici che contrastino la ferocia delle forze reazionarie.
Altra caratteristica dell’offensiva reazionaria è l’uso spregiudicato di accuse di corruzione verso gli eletti dal consenso popolare. Accuse che molto spesso, vengono da soggetti che sulla corruzione costruiscono il loro potere economico e politico, come è chiaramente descritto dagli avvenimenti brasiliani, ma comune a tutti gli altri stati del continente. Un particolare elemento della violenza realizzata in Cile, Brasile e Equador negli ultimi mesi, è il comportamento particolarmente sadico delle forze della repressione, constatato anche da organismi internazionali indipendenti: violenza contro persone indifese, torture, stupri, l’uso delle armi per accecare i manifestanti, con una omogeneità di comportamenti che deve far riflettere, anche tenendo presente l’esempio francese della repressione contro i gilé gialli. Tenendo anche conto dell’esistenza in Europa di una formazione plurinazionale particolarmente indirizzata alla repressione delle mobilitazioni popolari: l’Eurogendfor a guida francese e base a Vicenza, che vede come ospite osservatore anche la polizia turca.