CONTRO LA DISTRUZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA

È significativa l’ampiezza della protesta che ha visto scendere in piazza migliaia di studenti in tutta Italia, anche in diverse città del Friuli Venezia Giulia, per esprimere la contrarietà alla politica di distruzione della scuola pubblica portata avanti con disprezzo verso studenti e insegnanti, ma sarebbe più realistico dire contro la cultura e la formazione quali valori e diritti sanciti dalla Costituzione della Repubblica.
Le manifestazioni hanno visto in prima fila gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, il cui impegno, l’aspirazione di accesso all’Università o a posti di lavoro corrispondenti alle capacità acquisite con lo studio, certificate dal diploma di maturità, viene irriso dal disastroso degrado dell’esame finale, mentre sobbolle la melma dell’autonomia regionale voluta dalle amministrazioni reazionarie del Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; autonomia anche nella definizione dei programmi e dello status di insegnanti e studenti, in spregio al valore di un’istruzione comune a tutto il territorio nazionale.
Nelle parole d’ordine dei cortei, negli striscioni e nei volantini comparivano i punti qualificanti della protesta, a partire da “Maturità svuotata piazze piene”, “Non siamo cavie”, “Združeni za šolo – Uniti per la scuola”, assieme a rivendicazioni specifiche su ciascun indirizzo di studio.
I comunisti ritengono molto importante, oltre all’ampiezza della partecipazione, il carattere unitario della mobilitazione, il rifiuto della sottomissione ai diktat del governo giallo-verde, la capacità di individuare, oltre ai temi più generali, anche argomenti specifici per far tornare la scuola pubblica al suo ruolo di strumento di promozione sociale.
Agli studenti e ai docenti che combattono la deriva caoticamente privatistica dell’istruzione italiana, va l’appoggio incondizionato dei comunisti dal Friuli Venezia Giulia.