In molti contro la delibera grembiulini & crocefissi

Due giornate di manifestazioni per l’integrazione e la convivenza, sotto il Comune di Trieste contro la delibera sulle Scuole Materne.
     Sia questo lunedì che quello scorso sotto il comune di Trieste si sono svolte delle manifestazioni organizzate dai sindacati di settore e comunali di CGIL CISL e UIL, ZSSDI (Unione culturale economica slovena) ed alcune altre sigle impegnate contro la discriminazione e per la convivenza e l’integrazione, e per la valorizzazione delle diversità culturali nel reciproco rispetto, tra tutte le persone che abitano questo territorio. Il 19 novembre non ostante l’inclemenza del tempo (bora e pioggia) erano presenti decine di persone, visto che in questa data era celebrata la “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia”, ed anche il 26 le presenze sono state numerose.
     Per una città scarsamente ricettiva per certi appuntamenti è stato un segno forte di partecipazione. Certo, la delibera è passata; oltretutto con quello che a nostro parere è un elemento molto più grave: nella stessa vi è anche l’esplicita dichiarazione che nelle aule degli istituti amministrati dal comune debba essere esposto il Crocifisso. Questo fatto è chiaramente la dichiarazione di una ulteriore e più pretestuosa volontà di creare divisioni e discriminazioni alimentando paure e sospetti nella cittadinanza. Infatti se qualcuno potrebbe interpretare il tetto per i bambini non di nazionalità italiana, tra questi anche gli sloveni da sempre qui residenti, come un “aiuto” al lavoro delle maestre, che tuttavia dicono il contrario, sicuramente imporre il crocifisso, simbolo della confessione cristiana cattolica apostolica romana, vuole creare divisioni all’interno degli stessi “italiani”; infatti possono riconoscersi in quel simbolo le persone di religione greco-ortodossa, ebraica, valdese o delle molte fedi protestanti? Non solo, ma imporre l’insegnamento di alcuni principi religiosi quasi sicuramente indurrà i genitori di fedi diverse da quella della maggioranza, e molti ”italiani” negli ultimi anni hanno abbracciato religioni diverse come il buddismo o anche la fede islamica, a non iscrivere i figli agli asili e nidi comunali, probabilmente per la giunta Dipiazza tutti i non cristiano-cattolici sono cittadini abbienti e possono mandare i figli ad istituti privati, oppure è probabilmente meglio finanziare questo tipo di scuole private in modo da creare quanti più ghetti si può.