
Diffuso il 25 Luglio 2021
La Federazione di Trieste del Partito comunista italiano esprime la propria preoccupazione, per il clima di confusione creato dall’irresponsabilità del Governo, nella gestione dell’azione di contrasto alla pandemia in corso. A questo si aggiunge il comportamento indegno di diverse giunte regionali, preoccupate di mantenersi stretti i diritti derivanti dall’assegnazione della sanità all’ambito dei poteri di gestione autonoma, che ha portato a privilegiare il profitto dei privati contro le necessità sanitarie di cittadine e cittadini, distruggendo la rete territoriale dei presidi e servizi pubblici. Così si è creato un senso di estraneità delle Istituzioni dai bisogni di cittadine e cittadini, che ha portato alla sfiducia di molti verso le misure di prevenzione e cura imposte dalle autorità nazionali e locali, peraltro spesso in contrasto fra loro, con imposizioni e minacce che non solo contrastano con quanto stabilito nella Costituzione, ma anche con le più elementari caratteristiche di un ordinamento democratico. Assai criticabile è anche il ruolo esercitato dai diversi strumenti di informazione, dalle televisioni ai “social” informatici, che mostrano gli “specialisti” confrontarsi in una sarabanda di risse da “Isola dei virologi”, come è stato definito il succedersi di battibecchi e atteggiamenti tutto tranne che “scientifici”. Il modo autoritario con il quale i ritardi e i difetti dell’azione istituzionale, sono stati ribaltati in colpe di chi dubita della giustezza e dell’efficacia delle imposizioni istituzionali, tenta di nascondere le conseguenze delle scelte, fatte soprattutto a livello europeo, nel costruire la risposta alla pandemia: a partire dalla segretezza degli accordi fatti con le multinazionali del farmaco. Per citare una delle contraddizioni presenti nelle posizioni istituzionali, quella di vaccinare i bambini “perché non contagino i nonni”, quando è accertato che i vaccinati possono essere portatori di virus contagiosi, non dannosi (o poco) per loro stessi. Il comportamento sprezzante, a tratti insultante, verso chi chiede informazione vera e rispetto delle posizioni critiche, indica che “l’effetto gregge” lo si vuole imporre non come misura sanitaria, ma come obbligo disciplinare nei rapporti sociali. Di fronte al continuo definire “incoscienza”, ”egoismo irresponsabile”, “indisciplina”, e altre virtù negative attribuite ai cittadini e cittadine che chiedono chiarezza, e responsabilità, nella impostazione delle misure antipandemiche, i comunisti ribadiscono che gran parte delle vittime e dei sopravvissuti con conseguenze a lungo termine, sono i frutti dell’impreparazione e delle carenze del sistema sanitario nazionale, stretto tra i tagli di bilancio nazionali e la scelta della privatizzazione dei servizi compiuta dalle Regioni, in conseguenza dell’autonomia gestionale ottenuta negli anni scorsi. Ricostruire le basi minime di una gestione democratica dei rapporti sociali, è il compito al quale i comunisti chiamano tutte le organizzazioni sociali e politiche democratiche, e le singole persone, come base ineludibile di una risposta efficace alle esigenze sanitarie presenti e future.
Federazione di Trieste del Partito comunista italiano Il Segretario Paolo Iacchia