Sono ormai più di vent’anni che a Trieste si parla di “riuso” dell’area del Porto Vecchio: si è sentito di tutto e di più! Una delle costanti è tuttavia la “possibilità”, o meglio la volontà di inserire in quell’area degli insediamenti residenziali, ovviamente progettati secondo i più moderni canoni abitativi: viali alberati con sporadiche automobili naturalmente elettriche ma dove si possa portare a passeggiare il cane in piena sicurezza. Il muro di cinta di “Trieste Futura” c’è gia!
Forse bisognerebbe avvisare i futuri residenti che sotto una buona parte di quell’area passa un fiume, intubato nell’ottocento, proveniente dalla via Cumano con tanto di affluente che se ne scende sotto via Giulia – via Battisti, questo fuoriesce tra il molo 2 e 3. Chi avesse lavorato in quell’area probabilmente ricorda la puzza di fogna che si può tuttora sentire con l’alta marea dopo una pioggia prolungata o un forte temporale. Un altro argomento da sfatare è la possibile trasformazione del vecchio scalo merci in un moderno terminal per navi da crociera, nonostante le parole del ministro Franceschini, e riguarda i lavori da fare rispetto a com’è ora il sito. I moli esistenti sono corti per le moderne navi bianche, lunghe intorno ai 200 metri, a paragone prendiamo il Molo Bersaglieri, in testa hanno costruito quella specie di isoletta per attraccare in sicurezza le navi da crociera attuali. Inoltre la vecchia diga foranea è troppo a ridosso dei moli stessi e non permette la manovra di simili “bestioni”. Infine ci sono gli interventi da fare per un moderno terminal (stazione marittima) passeggeri: bar, ristoranti, negozi di souvenir, comunque sia una bella ipotesi di speculazione. E non bisogna dimenticare che l’utilizzo del terminal ha il suo picco nel fine settimana, in cui ovviamente l’area sarebbe riservata ai passeggeri e quindi non fruibile dalla cittadinanza. Sempre in tema di riappropriazione degli spazi ex Zona Franca da parte dei cittadini di Trieste vogliamo ricordare che questi non sarebbero utilizzabili anche qualora l’area venisse destinata all’ormeggio di megayacht. Lo vedete voi l’utilizzatore di una di queste barche di lusso aprirsi la strada a gomitate tra la folla di una domenica di maggio prima di salpare, certamente vorrebbe la privacy di una marina che tenesse a bada i curiosi: troppi sguardi potrebbero appannare il suo gioiellino. Ma siccome noi vogliamo essere positivi e propositivi e essendo contrari a nuovi insediamenti abitativi in una città dove gli appartamenti sfitti o in vendita si contano ormai a centinaia e per tenere questa nuova zona della città a disposizione di tutti propongo qualche soluzione che per quanto a parole condivisa, ritengo sia necessario ribadire, ma soprattutto mettere per iscritto. Tutta la zona demaniale deve rimanere libera da vincoli di qualunque altro genere in modo da costituire una Passeggiata unica da Piazza Unità fino al Castello di Miramare. In questo contesto potrebbe inserirsi anche una pista ciclabile che seguisse la stesso percorso (sarebbe meglio se delimitata da qualcosa di diverso da due strisce gialle dipinte per terra). Per quanto riguarda gli edifici coperti da vincolo questi dovrebbero essere utilizzati sempre a beneficio di tutti, per cui ben vengano scuole, l’Istituto Nautico, ma non solo, ed installazioni museali, personalmente penso ad una nuova struttura sia per il Museo di Storia Naturale, compreso l’Acquario Marino, sia per il Museo del Mare, soprattutto per l’ingombro di alcuni dei reperti, o la complessità e la grandezza di alcune costruzioni. Inoltre alcuni interventi “edilizi” potrebbero essere fatti immediatamente anche a prescindere dal fatto che la Guardia di Finanza non presidi più la Zona Franca. All’interno del porto ci sono numerosi edifici fatiscenti e semidiroccati, sicuramente non coperti da alcun vincolo, questi potrebbero essere definitivamente abbattuti ed al loro posto potrebbero essere ricavate delle aree destinate al verde pubblico e a spazi aperti di aggregazione per i giovani, lontani da attuali insediamenti abitativi al fine di prevenire azioni di protesta ed intolleranza. A questo scopo mi viene in mente l’area più a ridosso dell’ex Bagno Ferroviario, oppure lo stesso, ma non so a chi appartenga adesso quell’area, per l’entrata e l’uscita si potrebbe utilizzare il varco aperto anni fa per la mostra della Biennale. I signori speculatori come vedono possono dormire sonni tranquilli, di soldi da spartire ce ne sono, anche con le nostre idee.
Tullio Santi