La risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre, ci rende orgogliosi di essere comunisti.
Quando una banda di reazionari, responsabili del degrado delle condizioni economiche e sociali di tanta parte delle popolazioni europee, della crescita della povertà tra gli appartenenti alle classi lavoratrici, dello sfacciato aumento della ricchezza tra i ceti speculatori della classe al potere, attacca il pensiero e l’azione politica dei comunisti, facendoli apparire come esseri privi di sentimenti umani, peggiori dei nazifascisti, ci sentiamo onorati di tanta attenzione.
Il tentativo di rovesciare la storia, che ha visto gli antenati degli attuali moralizzatori creare e sviluppare il fascismo e il nazismo per combattere le organizzazioni e le lotte dei contadini, degli operai, dei lavoratori della mente che si impegnavano, e si impegnano, per costruire una società dove i bisogni degli sfruttati diventino diritti di tutti, è stato sconfitto con la fine della tragedia bellica nel 1945. Avrebbe potuto essere un mondo di pace, di uguaglianza, di progresso, se la reazione del capitalismo, che con la fine del nazifascismo in Europa e dell’imperialismo nipponico in Oriente era anch’esso uscito sconfitto dal confronto con l’unico stato socialista a quel tempo, non avesse da subito lavorato per ricreare lo schieramento reazionario necessario a rinnovare la difesa degli interessi di sfruttatori e parassiti speculatori.
Oggi, la presa di posizione dei servi europei della borghesia capitalista, tra i quali si è senza indugi schierato il PD, chiarisce tanti dubbi, tante incertezze: il comunismo, le sue organizzazioni, il suo patrimonio storico e politico mettono sempre paura ai reazionari di ogni risma, che falsificano la storia per tentare la rivincita sulle conquiste delle classi lavoratrici e dei popoli liberatisi dal colonialismo.
Oggi, mentre le varie crisi, dell’Unione europea, delle sue banche, del suo tessuto industriale con la perdita di fabbriche e di posti di lavoro, di servizi scolastici, sanitari, pensionistici, indicano che il modello capitalistico è sempre più dannoso, tanto da essere riconosciuto incompatibile con la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, c’é chi tenta di rovesciare la storia per sfuggire alla condanna popolare.
Questa Europa non è la nostra Europa. Noi comunisti, in tutti i paesi in cui lottiamo, lo abbiamo detto e ripetuto senza soste. Lavoriamo già oggi per costruire un fronte di lotta per il ripristino e la difesa dei diritti economici, sociali e politici di tutte e tutti gli europei. È questa l’unica risposta che va data ai reazionari che falsificano la storia per difendere i loro privilegi.
Paolo Iacchia