TAGLIO DEI PARLAMENTARI, TAGLIO DELLA DEMOCRAZIA

Giovedì 31 ottobre si è svolta, nella casa del popolo di Ponziana, un’assemblea di iscritti e simpatizzanti, per individuare le motivazioni e le conseguenze dell’approvazione della legge di modifica costituzionale che ha stabilito la riduzione del numero dei deputati e dei senatori. All’inizio dei lavori sono stati commemorati due compagni recentemente deceduti, Ennio Bianchet e Eugenio Melandri.

Nel suo intervento il compagno Spetič ha evidenziato quanto sia complicato il tema in discussione, per spiegare ai cittadini quanto incida sull’esercizio e la difesa dei loro diritti la riduzione del numero dei parlamentari, assieme al sistema elettorale che prevede il sistema maggioritario, un numero elevatissimo di firme da raccogliere per potersi presentare e l’alta soglia percentuale di voti da raccogliere. Sono tutti elementi che erano presenti nel Piano di rinascita democratica della loggia massonica P2 di Licio Gelli preparato già negli anni settanta. Si deve anche considerare che queste norme sono pienamente accettate, con il loro effetto di riduzione dei poteri delle assemblee elettive, nel progetto di dominio europeo da parte dei poteri economico-finanziari. È un disegno partito dalla caduta del muro di Berlino, indicato a tutt’oggi come segno di compimento della democrazia, mentre si nasconde che di muri oggi, nel mondo, siamo arrivati a contarne più di 160.
Alla riduzione della rappresentanza parlamentare hanno saputo opporsi solo il Sud Tirolo e la Valle d’Aosta che hanno mantenuto la loro rappresentanza. Ciò non è avvenuto per il Friuli Venezia Giulia.
Alla riuscita di questo progetto, hanno contribuito le campagne di disinformazione scatenate contro la “casta”, nelle quali il concetto cardine è la sostituzione del principio di rappresentatività degli interessi dei cittadini con quello di governabilità nell’interesse dei potentati finanziari. Anche il “risparmio” che si otterrebbe da questo provvedimento è una distorsione della realtà. I 100 milioni annui di risparmio, corrispondono ad un giorno e mezzo di spese militari attuali, al netto della spesa per gli F35 e dei 7 miliardi annui in più da versare alla NATO.
A questo disegno si aggancia la pretesa della Lega di Salvini di giungere ad un sistema elettorale maggioritario assoluto, con premio di maggioranza e con referendum confermativo della relativa legge e arrivare ad un sistema di repubblica presidenziale, tramite l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
I comunisti hanno una loro proposta per contrastare la deriva antidemocratica: un’unica Camera, con 500 eletti tramite il sistema proporzionale puro e senza soglie di sbarramento. Per giungere a sostituire un governo non più corrispondente alla volontà degli elettori, introdurre il principio della sfiducia costruttiva: il governo decade solo se esiste una diversa maggioranza parlamentare.
Nel corso del dibattito è stata condivisa l’analisi presentata nella relazione introduttiva, mettendo l’accento sulla falsità sostanziale delle polemiche tra attuale governo e la destra comandata dalla Lega, che lanciano parole d’ordine e accuse sul nulla, dato che ancora non c’è nulla di approvato.
Viene anche messa in risalto la necessità di moltiplicare le occasioni di incontro con i cittadini per svelare le menzogne delle due destre, quella di governo e quella di opposizione, e riuscire a rendere note le posizioni dei comunisti.
Importante è lo sforzo che va fatto per ripristinare un sistema di formazione politica, basato sullo studio dei testi e degli autori su cui è fondata l’iniziativa politica del Partito.
In questo campo è indispensabile allargare a tutti i militanti la conoscenza degli strumenti e la partecipazione alle iniziative fondate sulle reti “social” da attivare tramite Internet.